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Abito da sposa pronto o sartoriale? Pro e contro

 SARTORIALE o CONFEZIONATO?

 

Partiamo da una bella domanda:

Cosa può accadere nella mente di una persona che improvvisamente realizzi l’idea che ha bisogno di trovare un abito da sposa per il suo matrimonio?”

Vedi, esistono molti tipi di reazione, ma essenzialmente due.

  • Ci sono persone che senza ombra di dubbio si precipitano in un NEGOZIO (boutique) di abiti da sposa confezionati, a provare l’inverosimile (divertendosi anche) perchè amano un marchio in particolare oppure perchè pensano sia l’unica soluzione per loro.
  • Altre che al contrario vanno dritte in un LABORATORIO (atelier), uno studio creativo a farselo disegnare da una stilista e cucire da una sarta (che spesso sono la stessa persona, come me ad esempio), magari semplicemente perchè non vogliono un modello indossato da chissà quante altre persone nella stessa stagione, ma qualcosa di davvero unico.

Nel mezzo, una miriade di donne – giustamente – indecise fra l’una e l’altra soluzione.

Se anche tu hai bisogno di qualche spunto per orientarti nella fatidica scelta, ti racconterò qualcosa che difficilmente potrai trovare altrove, cercando di disegnare un quadro delle possibilità che si prospettano in pratica, evidenziando vantaggi e svantaggi di ognuna delle soluzioni. Sappi che non sono fredda e distaccata nel racconto, io realizzo solo pezzi unici, cioè abiti sartoriali 🙂 tuttavia cercherò di essere corretta nell’esposizione, e di non dare giudizi di alcun tipo.

Voglio riportarti un sunto – certamente non esaustivo dell’argomento – delle esperienze che ho ascoltato dalla voce di quelle che sono diventate mie clienti, e non solo le loro, anche quelle riportatemi dalle loro mamme, zie, amiche, cugine, sorelle. E – perchè no – anche quelle di coloro che NON sono diventate mie clienti, ma con le quali sono rimasta in contatto per una qualche ragione.

Perchè lo faccio?

Perchè sono anni che ascolto questi racconti e vivo queste realtà, e penso che ogni donna che si appresti a questa complessa scelta abbia bisogno di sentire anche qualche scomoda verità, per non incorrere in strane sorprese completamente impreparata.

Nessuno di questi racconti è riconducibile ad un’unica persona, ma è la sintesi di diverse esperienze simili, e soprattutto non è mia intenzione parlar male degli altri operatori del mio settore. Quelli che racconto sono esempi riguardanti eventi, giorni, casi particolari di cui sono venuta a conoscenza lavorando da anni in questo campo. In generale non ho motivo di immaginare i miei colleghi altro che seri, ammirevoli e degni di stima, soprattutto alcuni di essi.

 

  • CASO 1

Immagina una ragazza che riesca a trovare alla prima visita in un NEGOZIO specializzato l’abito da sposa dei suoi sogni. Bello, perfetto, tutto sommato anche a buon prezzo. Buon per lei! E’ la soluzione più rapida, indolore, pratica e allo stesso incredibilmente emozionante a cui potesse aspirare. Quando capita a persone che in precedenza avevano avuto un incontro conoscitivo anche con me, mi sento sinceramente contenta per loro, perchè hanno risolto in un batter d’occhio ed in modo convintissimo quello che poteva diventare un lungo e articolato percorso. Quando mi contattano per avvisarmi della novità sono raggianti come fossero innamorate dell’abito che hanno visto, provato e acquistato altrove, ed io di fronte a cotanto innamoramento non posso far altro che felicitarmi con loro, ringraziarle per la precedente visita, e portarmi dentro la brevissima esperienza vissuta insieme come un arricchimento personale e professionale che non andrà di certo perduto. Anzi.

 

  • CASO 2

Ora immagina una seconda ragazza che visiti 10 o 20 NEGOZI, spingendosi addirittura fuori regione, accumulando prove di abiti, foto storte rubate di nascosto (sì, spesso in negozio non si possono fare le foto durante le prove che precedono l’acquisto, ed è giusto che sia così), consigli di amiche e commesse, gruppi Whatsapp che esplodono di notifiche mentre lei è sempre più confusa e frastornata dai millemila dettagli, tessuti, modelli, accessori, stili e modifiche che le frullano nelle orecchie e nella testa. Alla fine però esce vittoriosa da questo turbinio con un bell’abito nella custodia, e tutti le auguriamo di esserne uscita consapevole e convinta della scelta operata, come in effetti accade la stragrande maggioranza delle volte. Nell’ultimo negozio ha trovato proprio tutto quello che cercava. Ma soprattutto ha VISTO l’abito pronto, e ha potuto indossarlo prima di acquistarlo, cosa per lei fondamentale. Nonostante i molti mesi e i molti km intercorsi tra l’inizio della ricerca e il giorno in cui ha finalmente trovato il suo vestito, non avrebbe mai fatto diversamente: un abito sartoriale per lei sarebbe stato un salto nel buio, e invece lei ha bisogno di sentirsi rassicurata da un oggetto pronto. Visto, provato, comprato.

Ma a volte dopo il vissero felici e contenti c’è una storia che nessuno racconta.

Qui mi vengono in aiuto le esperienze vissute dalle mie clienti in carne ed ossa prima di alzare il telefono e chiamarmi. Sento dire che a volte – e ripeto, A VOLTE, quindi non spaventarti! – la scelta dell’abito tutto sommato è stata un pochino influenzata da altre persone o dalla frustrazione di non aver ancora trovato nulla, che si è anche speso più di quanto si era messo in conto, e di non essere neanche del tutto convinte della scelta fatta, perchè magari la commessa quel giorno era stata particolarmente simpatica oppure la mamma/zia/nonna/amica/cugina della futura sposa avevano votato a gran voce per quel modello.

Hai letto bene, a volte ragazze reduci da esperienze del genere le ho poi incontrate nel mio studio per correre ai ripari. Come? Chiedendomi di disegnare un abito da zero, uno che tenesse conto della persona e delle sue esigenze, e non di altri strani fattori esterni. Oppure MODIFICARE abiti comprati altrove, quindi mettere le mani su un qualcosa che non ho mai visto prima, non ho cucito io, non so come reagirà alle modifiche. Pensa il livello di stress che può vivere una futura sposa che si ritrovi in questa situazione dopo aver creduto chiuso un capitolo così importante nella preparazione del matrimonio. Niente paura eh, si fa tutto. Ma a saperlo prima, le ragazze in questione forse avrebbero volentieri evitato un passaggio, e una marea di preoccupazione inutile in più. Come si procede in questi casi? Valutando attentamente tempi e costi, oltre che la fattibilità o meno della modifica, e procedendo poi con tuuuuutta la serenità del mondo. Perchè è di questo che si ha bisogno quando si crea uno scenario del genere. Di serenità.

 

  • CASO 3

Ora torna a sorridere, e immagina un caso senza dubbio migliore di quello appena descritto: una ragazza visita solo tre NEGOZI, poi ancora più sicura di quando aveva appena iniziato il giro, torna dritta dritta nel primo dei tre per comprare senza ulteriori indugi l’abito che le era rimasto talmente tanto impresso che aveva condizionato la sua percezione di tutti gli altri che aveva provato dopo. Benissimo, prende e porta via, il capitolo abito è chiuso, magari ben prima della data delle nozze.

Poi questa ragazza improvvisamente:

– scopre di essere incinta, oppure

– dimagrisce molto in vista delle nozze, oppure

– mette su qualche chiletto perchè si sente rilassata per aver pensato quasi a tutto e non le resta che godersi gli ultimi mesi di fidanzamento, oppure

– decide di riprovare a freddo il vestito un mese prima del matrimonio e improvvisamente si sente strana, quasi una persona diversa rispetto a quella che lo aveva acquistato, perchè stranamente proprio non ci si riconosce più. E’ una pazza? NO! Ha solo CAMBIATO IDEA, magari perchè nel frattempo nella sua vita è successo qualcosa che l’ha fatta evolvere. Ti è mai successo di cambiare idea?

Così la speranzosa ragazza torna nel negozio in cui aveva acquistato l’abito, ma senza ben capire se quello che sta ascoltando sia la realtà oppure un incubo, sente queste parole: “Ma che dice, il vestito è perfetto così, vedrà che quel giorno le passerà tutto”, oppure “Mi dispiace, la sarta è in ferie/occupata/etc”, “Ci stiamo trasferendo”, “Siamo nel pieno della stagione”, “Non si può modificare”, morale della favola: “Non possiamo aiutarla”. Oppure: “Mi dispiace, le modifiche vanno fatte prima della consegna, ora non possiamo intervenire ad un prezzo conveniente” (e per carità, ci credo perchè le modifiche su un abito finito sono davvero costose!), oppure “Certo, ma non possiamo intervenire sul vestito per le modifiche noi come boutique, dobbiamo quantificarle qui con lei, poi spedirlo in Spagna (o altrove) e aspettare due mesi che torni indietro, e infine riprovarlo qui (sperando che vada bene). Quando ha detto che si sposa? Ah, tra un mese…”. Morale della favola: “Non possiamo aiutarla”. Pensi che io stia scherzando o esagerando? Ti dico solo che in questi anni ho lavorato spesso sul restyling anche grazie a risposte del genere date da altri! Ora immagina di cambiare completamente scenario

 

  • CASO 4

Immagina una ragazza che non abbia nessuna voglia di girare per negozi, oppure che abbia in mente un’idea particolare che non riesce a trovare in giro: giustamente timorosa – perchè oggi non è più la normalità quotidiana farsi fare un abito su misura – entra nello studio di uno stilista o in un LABORATORIO SARTORIALE per capire come funziona una cosa del genere, e soprattutto farsi un’idea dei costi necessari per la realizzazione di un abito che prima non esisteva. LEGGI BENE: CHE PRIMA NON ESISTEVA. Quindi non esisterà neanche nel momento in cui lo vedrà disegnato. Ora, io che faccio questo lavoro mi stupisco sempre del coraggio e della fantasia che hanno tutte le persone che scelgono questo percorso, che è completamente diverso da tutti quelli appena descritti, e non per forza solo in meglio! Come dicono spesso le persone con cui parlo al primo incontro “Ma come faccio a immaginarmelo addosso se non l’ho mai visto?”. Sacrosanto. Nessuna opera di convincimento, nessuna spiegazione dettagliata, nessuna parola, sguardo o dimostrazione pratica con stoffe e campioni così come nessun progetto CAD potrà mai convincerti che creare un abito da sposa da ZERO sia un’esperienza positiva e ricca di benefici, se non hai dentro di te un ingrediente fondamentale: la voglia di metterti davvero in gioco. Se ti sembra un incubo non avere l’oggetto fisico completo davanti ai tuoi occhi, oltrettutto in vista di un giorno così importante della tua vita, non sarò certo io a forzarti a intraprendere questo percorso, per la semplice ragione che quando scegli un abito sartoriale devi LAVORARE ANCHE TU. Non sto scherzando, intendo proprio in modo letterale. E’ un percorso in cui non saremo semplicemente cliente e fornitore ma saremo COLLEGHE. Entrambe impegnate a conseguire un unico obiettivo, cioè l’abito perfetto per te, e per te sola. Senza il tuo contributo (di comunicazioni verbali e non, di reazioni spontanee allo specchio durante le prove, di idee iniziali o in corsa, di dubbi espressi) io non posso fare nulla. Quindi un percorso del genere giustamente può spaventare quelle persone che come indole andrebbero dritte dritte a provare diecimila vestiti in quanti più negozi possibile, fino a trovare un abito adatto a loro (o quantomeno il meno distante dai propri sogni).

Se scegli di disegnare e realizzare un abito sartoriale su misura, la prima volta proverai solo la tua “tela di prova” (realizzata per verificare misure, modello, ingombri), non certo il tuo abito finito, ma da quel momento sarai pronta per iniziare a volare davvero con la fantasia avendo a disposizione una base concreta e visibile da cui partire. Spesso la reazione alla tela di prova è: “Già mi piace così!”.

Se infatti i precedenti incontri conoscitivi sono andati bene, se chi ha disegnato l’abito ha capito perfettamente chi sei e quali siano le tue esigenze e le tue paure, la tela di prova sarà solo una conferma del fatto che hai riposto fiducia nella persona giusta. E la FIDUCIA è una cosa che non si compra, non si spiega e non si inculca. O nasce spontaneamente nell’interazione tra due esseri umani, o niente. Il percorso si snoda sinuoso tra soddisfazioni e incertezze, capovolgimenti o sicurezze assodate, ostacoli e traguardi, e sarà più o meno lungo o più o meno facile. Ma sempre, SEMPRE, insieme, alla ricerca della tua vera essenza. Con calma, tranquillità e voglia di fare qualcosa di veramente bello. E alla fine ti stupirai di essere diventata un’esperta anche tu!

Sembrerà strano leggere queste cose di un rapporto commerciale, ma credo non si possa proprio prescindere da questi elementi quando si parla di “sartoria“. Entrano per forza di cose in gioco, oltre alla fisicità, anche la personalità di una futura sposa, il suo sistema di valori, le sue paure. Sono tutte cose che non si scrivono di certo sul contratto, ma che esistono e vanno prese seriamente in considerazione per far emergere la essenza di una donna che fino a 5 minuti prima di incontrarla in fondo era una totale sconosciuta.

E come si può arrivare ad una conoscenza del genere prima di iniziare a tagliare la stoffa (per poi continuare per tutto il tempo in cui si lavora insieme)? Si fa quello che agli esseri umani viene meglio: si comunica. Con parole, movimenti del corpo, attenzione, cercando di capire se chi si ha di fronte possa essere una buona compagna di viaggio oppure no. E poi ascoltando, parlando, aprendosi e valutando insieme disegni e tessuti, le diverse caratteristiche che presentano, scoprendo se siano adatti o no all’idea che sta prendendo forma nella nostra mente, evidenziando insieme quali parti del corpo possano essere un punto di forza e quali meno, o quali difetti fisici esistano solo nella mente della futura sposa. E poi lungo la strada risolvere tutti i dubbi e e incertezze, i ripensamenti su un tessuto o su un dettaglio, valutando alternative o cercando di capire quale soluzione sia la migliore tra due o tre, fino ad arrivare al miglior risultato possibile, non prima.

Insomma, un gran bel lavoro. Non tutte se la sentono, e giustamente, dico io. Ma è un lavoro che ripaga di una moneta impossibile da trovare altrove: la certezza, la sensazione addosso e la realizzazione del fatto che un abito, un semplice oggetto, possa davvero rappresentare in tutto e per tutto la persona che lo indossa. Nelle sue caratteristiche UNICHE, nella sua bellezza.

La stessa bellezza, dopotutto, che ha spinto un’altra persona a decidere di sposarla.

Se sei arrivata fino in fondo a questo lungo racconto, e senti che il tuo cuore sta battendo un pochino più forte di prima all’idea di provare a realizzare il TUO pezzo unico, ti aspetto a braccia aperte per iniziare tutto questo insieme a te.

Perchè ora veniamo al punto: io non voglio lavorare con tutte le future spose del mondo.

Io voglio fare felice proprio le persone come TE.

 

Ti aspetto!

 

ps: Ah, se stai pensando “Sì, brava, ma dov’è il CASO 5, quello in cui una ragazza entra in una sartoria e dopo aver iniziato il percorso non si trova affatto bene per motivi suoi o della professionista a cui si è rivolta?”, sappi che si può fare molto PRIMA DELLA FIRMA DEL CONTRATTO, per capire se una situazione andrà bene come ci si aspetta o no. Nel secondo caso, meglio non iniziare affatto! Leggi qui per scoprire tutte le fasi di questo cammino nel dettaglio.

 

Sara Lazzaro

mail: info@mollywhitesposa.it

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